Dirigenti scolastici e obbligo di rotazione
L’ultimo caso in ordine di tempo che ha risollevato la questione dell’obbligo di rotazione dei dirigenti scolastici, in coerenza con le norme anticorruzione, è quello del Lazio, dove il direttore dell’USR Rocco Pinneri, a seguito dell’orientamento della Corte dei Conti regionale, intenderebbe far scattare la rotazione dei DS ogni 6 anni. “Dal prossimo anno i dirigenti scolastici che hanno già svolto due mandati nello stesso istituto andranno trasferiti. Lo prevede una norma. E se non la applico, la Corte dei conti non registrerà più i vostri contratti”, così ha affermato Pinneri di fronte ai dirigenti. In altre regioni la rotazione è prevista dopo 9 o 12 anni, a seconda dei pronunciamenti della Corte dei Conti regionale. Secondo il direttore dell’USR Lazio sarebbe a rischio trasferimento almeno il 15% dei DS italiani.
L’opposizione dell’ANP e dei sindacati
Il presidente dell’Associazione nazionale Presidi del Lazio Rusconi parla di “insensata applicazione del codice anticorruzione in barba alle più elementari regole di continuità amministrativa”, e pure CGIL, CISL, UIL e SNALS (che, come è noto, hanno tra i loro iscritti anche dirigenti scolastici) sollecitano un intervento del ministro Valditara sottolineando che le istituzioni scolastiche si distinguono all’interno della Pubblica Amministrazione per la particolare organizzazione degli assetti decisionali che salvaguarderebbe la scuola dalla corruzione e dall’illegalità.
Come associazione professionale di docenti non possiamo fare a meno di rilevare che far ruotare i DS, come tutti i dirigenti della Pubblica Amministrazione, non serve solo a limitare i rischi di corruzione, poiché il dirigente scolastico oggi ha un potere pressoché assoluto nella scuola che è chiamato a dirigere, e se ci resta a lungo può finire per considerare l’istituto come un feudo personale. E questo non può che fare danni, prima di tutto nella didattica. Diverso sarebbe il discorso se il dirigente, come auspicato da sempre dalla Gilda degli insegnanti, avesse un incarico di natura elettiva. In tal caso egli sarebbe scelto dal collegio dei docenti, che potrebbe decidere se rieleggerlo o meno.