TFA sostegno: accesso diretto per i docenti con 3 anni di servizio, ma restano dei nodi irrisolti
Nel corso del Question time del 15 dicembre la Ministra dell’Università Bernini ha toccato anche il tema dell’accesso diretto al TFA sostegno dei precari con almeno 3 anni di servizio negli ultimi 5 svolti su posto di sostegno. Bernini ha detto di voler attuare “la norma transitoria relativa alla riserva di posti per l’accesso ai percorsi di specializzazione sulle attività di sostegno agli alunni con disabilità, assicurando una corsia preferenziale a quei docenti, assunti sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, che abbiano maturato tre anni di servizio, negli ultimi cinque”.
Il riferimento è alla norma presente sul testo della legge 79/22 su reclutamento e formazione, conversione del DL 36/22.
La norma infatti prevede che fino al termine del periodo transitorio previsto al momento fino al 2024, “ai percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità accedono nei limiti della riserva di posti stabilita con decreto del Ministero dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministero dell’istruzione, coloro, ivi compresi i docenti assunti a tempo indeterminato nei ruoli dello Stato, che abbiano prestato almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque su posto di sostegno nelle scuole del sistema nazionale di istruzione, ivi compresi le scuole paritarie e i percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni, e che siano in possesso dell’abilitazione all’insegnamento e del titolo di studio valido per l’insegnamento“.
Pertanto, sino al 31 dicembre 2024, gli aspiranti che possiedono 3 anni di servizio negli ultimi 5 su posto di sostegno nelle scuole del sistema nazionale di istruzione possono accedere direttamente ai percorsi di specializzazione, senza, dunque, sostenere le prove d’accesso.
RISERVA DEI POSTI E POSSESSO DELL’ABILITAZIONE, NODI DA SCIOGLIERE
Occorre sottolineare alcuni aspetti, il primo dei quali è rappresentato dall’accesso che sarà limitato: un decreto del MUR, emanato di concerto con il MIM, determinerà il numero di posti riservati.
Resta un altro dubbio, ovvero una congiunzione che potrebbe cambiare la portata e la direzione del provvedimento: il testo approvato all’interno della legge evidenzia che i docenti precari destinatari di tale corsia preferenziale per accedere ai corsi di specializzazione siano in possesso “dell’abilitazione all’insegnamento e del titolo di studio valido per l’insegnamento”.
In verità, come ha spiegato l’ex senatore leghista Pittoni, che ha voluto questa norma, l’accesso è previsto in presenza “dell’abilitazione all’insegnamento o del titolo di studio”: “Appena possibile, quindi, si dovrà correggere la norma che per un errore formale – o la solita “manina”? – attualmente impedisce agli insegnanti con le previste tre annualità di esperienza specifica ma privi di abilitazione l’accesso riservato ai corsi di specializzazione sul sostegno”.
Ancora però non è chiaro quando e se verrà corretto tale provvedimento.
Resta il fatto che al momento, la legge 79/22 prevede l’accesso diretto ai corsi di specializzazione al sostegno solo ai docenti che sono in possesso, oltre al titolo di studio, dell’abilitazione dell’insegnamento.
Risulta evidente che se dovesse aprirsi anche a chi non è abilitato, come nelle intenzioni dell’emendamento Pittoni, la platea di precari aumenterebbe in maniera consistente.